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Diabete mellito

Tutti gli zuccheri che assorbiamo attraverso il cibo vengono trasformati in glucosio che rappresenta la nostra principale forma di energia per i muscoli ed altri organi e l’unica per il cervello.
La concentrazione di glucosio nel sangue è definita glicemia e viene misurata in mg/dL o mmol/L.

Poiché l’alimentazione è la principale fonte di glucosio, ci dovremmo aspettare una andamento altalenante della glicemia, in realtà nel nostro organismo esiste un raffinato meccanismo che la regola: protagonista di questo meccanismo è il fegato . Nei momenti in cui la glicemia aumenta (per esempio dopo i pasti) il fegato cattura il glucosio in eccesso e lo immagazzina sottoforma di un’altra sostanza, il glicogeno ; quando invece la glicemia diminuisce (per esempio durante il digiuno) il fegato converte il glicogeno in glucosio e lo immette nel torrente circolatorio.

I muscoli, il cervello ed i reni possono immagazzinare solo piccole quantità di glucosio, lo attingono, quindi, dal sangue, generando un continuo scambio fra il fegato e gli altri organi, regolamentato dal pancreas .

Il pancreas è la più grande ghiandola del nostro organismo ed è coinvolto in numerosi processi, fra i quali la produzione di due ormoni: l’ insulina ed il glucagone

L'Insulina è prodotta dalle cellule beta del pancreas ed ha molte funzioni, una di queste è quella di trasportare il glucosio all'interno delle cellule dove questo viene utilizzato od immagazzinato.

Il glucagone è prodotto dalle cellule alfa del pancreas ed ha la funzione di stimolare il rilascio di glucosio (la conversione del glicogeno in glucosio)

Il diabete mellito è una malattia cronica nella quale questo meccanismo di regolazione non funziona; si ha un aumento della glicemia ( iperglicemia ), cioè del glucosio presente nel sangue, causato da una ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas o dalla combinazione di ridotta secrezione di insulina e di resistenza dei tessuti periferici all'insulina.

Una parte dello zucchero in eccesso viene eliminato dal rene con le urine, si ha cioè glicosuria .
Nel diabete la glicemia non si alza solo dopo i pasti, ma anche a digiuno perché viene prodotto glucosio dal fegato. L'iperglicemia può provocare danni praticamente a tutti i tessuti ( complicanze ).

OBIETTIVI GLICEMICI IN DIABETICI ADULTI DI TIPO 1 E 2

(Standard Italiani per la Cura del Diabete Mellito 2007 - AMD, SID, GISED)

 
HbA 1c <7,0% ^ (<6,5% in singoli pazienti)
Glicemia a digiuno e pre-prandiale 90-130 mg/dl °
Glicemia post-prandiale * <180 mg/dl °

 

^ Facendo riferimento ai valori di 4,0-6,0% della popolazione non diabetica, con il metodo utilizzato da DCCT.

* La misurazione della glicemia post-prandiale deve essere effettuata 2 ore dopo l'inizio del pasto

° Valori a digiuno <110mg/dl e valori post-prandiali <145 mg/dl sono perseguibili nel diabete di tipo 2 (IDF 2005)

TIPI DI DIABETE

Il diabete viene classificato, principalmente, in due forme:

il diabete di tipo 1 ed il diabete di tipo 2 .

Il Diabete di tipo 1 (o insulino-dipendente, IDDM ) è caratterizzato da una progressiva distruzione delle cellule beta pancreatiche che producono insulina. È un diabete che, generalmente, insorge prima dei trenta anni.

Sono stati individuati più fattori che contribuiscono alla sua comparsa:

  1. fattori genetici,
  2. fattori immunitari, cioè legati ad una particolare difesa del nostro organismo contro le infezioni
  3. fattori ambientali, che dipendono dall'azione contro il nostro organismo di batteri, virus, sostanze chimiche.

La distruzione avviene per un meccanismo autoimmune. Un evento precipitante di natura ambientale (virus, tossine, ecc) inizia il processo autoimmune, cioè vengono formati anticorpi contro le cellule pancreatiche. Si dice che l'organismo ha perso la tolleranza immunitaria nei confronti delle cellule pancreatiche, produce quindi autoanticorpi, cioè molecole di "autodistruzione".

Il Diabete di tipo 2 ( diabete mellito non insulino-dipendente, NIDDM) è caratterizzato da una ridotta o assente produzione di insulina ma anche da una resistenza dei tessuti corporei all'azione dell'insulina ancora prodotta dal pancreas. In questo caso sono importanti i fattori genetici, ma la predisposizione genetica necessita del concorso dei fattori acquisiti ed ambientali per manifestare la malattia. Per fattori acquisiti si intende: età, dieta, sovrappeso e obesità, distribuzione centrale del grasso, dislipidemia, stress, farmaci, abuso di alcool, ridotta attività fisica. Il perdurare della esposizione di un individuo a questi fattori spiega l'importanza dell'età.

Il Diabete di tipo 2 è molto diffuso e si calcola che fino al 3% della popolazione ne sia affetto.

Indipendentemente dal tipo di diabete manifestato, i metodi diagnostici sono gli stessi: valutazione della glicemia a digiuno e OGTT (Oral Glucose Tolerance Test, tolleranza orale al glucosio)

Una volta diagnosticato il diabete, solo un automonitoraggio (misurazione domiciliare della glicemia attraverso i glucometri) regolare permette di verificare i propri valori glicemici, consentendo al medico di suggerire le giuste correzioni (terapeutiche e/o di stile di vita) ritardando, così, il manifestarsi delle complicanze.

Glossario

Glucosio: zucchero semplice ottenuto dalla scissione per idrolisi dei carboidrati assunti attraverso il cibo; la risorsa che il corpo ha per ottenere energia velocemente dopo un pasto.
Glicemia: concentrazione di glucosio nel sangue. E' il valore principale che un paziente diabetico deve controllare. Mantenere valori normali di glicemia è il fine dell'autocontrollo glicemico che deve essere messo in atto dal paziente diabetico, nonché la maniera migliore per evitare le complicanze.
Fegato: voluminosa ghiandola che gioca un ruolo fondamentale nel metabolismo svolgendo una serie di processi tra cui l'immagazzinamento del glicogeno, la sintesi delle proteine del plasma e la purificazione del sangue. Inoltre produce la bile, importante nei processi della digestione.
Glicogeno: forma in cui il glucosio viene immagazzinato nel fegato e nei muscoli. Il glicogeno è la principale riserva di energia immediatamente disponibile dell'organismo.
Pancreas: grossa ghiandola posta trasversalmente dietro lo stomaco. Produce una secrezione esterna contenente numerosi enzimi digestivi e due secrezioni interne: l'insulina e il glucagone, rispettivamente secrete dalle cellule beta e alfa delle isole di Langerhans.
Insulina: ormone secreto dalle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas ad una media di 0,6 U/Kg/24h. Informa il fegato di bloccare la produzione di glucosio e, raggiungendo tramite il sangue i tessuti periferici, aiuta il glucosio a penetrare nelle cellule, dove viene poi trasformato in energia.
Glucagone: ormone secreto dalle cellule alfa delle isole di Langerhans del pancreas. Avverte il fegato che deve liberare glucosio nel sangue. Si usa il glucagone artificiale per combattere le crisi più gravi di ipoglicemia.
Diabete mellito: è il termine medico per diabete: ha una origine antica, 'mellitus' significa dolce e deriva dal fatto che le urine dei pazienti diabetici avevano un sapore dolce in quanto il glucosio, data l'eccessiva concentrazione nel sangue, passava nelle urine.
Iperglicemia: aumento eccessivo degli zuccheri nel sangue. A lungo andare, se non opportunamente corretta tramite cure appropriate, può portare a danni irreparabili ad alcuni organi come l'occhio, gli arti (circolazione), i reni.
Glicosuria: presenza di glucosio nelle urine. E' un segnale di scompenso; in condizioni normali infatti il glucosio non dovrebbe essere presente nelle urine; 'tracima' dal sangue alle urine solo se nel sangue ha raggiunto un valore (180 mg/ dl) detto soglia renale.
Complicazioni:
Si dividono in acute e croniche
  • c. acute:
    Ipoglicemia, cioè diminuzione della concentrazione di glucosio nel sangue, al di sotto di valori “normali” (80 mg/dL). Esistono tre livelli di ipoglicemia: lieve (80-50 mg/dL), moderata (50-40 mg/dL) e grave (< 40 mg/dL).
    Chetoacidosi, cioè un aumento della concentrazione dei corpi chetonici (elementi chimici di scarto che il corpo produce quando le cellule bruciano grassi invece di zuccheri) in tutti i liquidi dell’organismo. Essendo metaboliti acidi, alterano il pH fisiologico con conseguenze che arrivano al coma e alla morte
    Coma iperosmolare, cioè uno stato di estrema confusione o di sopore che corrisponde a una forte perdita di liquidi ed è causato dalla mancanza di insulina e dalla presenza di alti livelli di glucosio nel sangue, ma caratterizzato dalla assenza di chetoacidosi. Più che da un cattivo controllo del glucosio nel sangue, il coma iperosmolare deriva da una profonda disidratazione in soggetti, in genere anziani, affetti da diabete di tipo 2.
     
  • c. croniche:
    insieme delle patologie, che un diabetico rischia di sviluppare, dovute al permanere per lunghi periodi di iperglicemia nel sangue e che possono colpire diversi organi: gli occhi (retinopatia), i reni (nefropatia), ai nervi (neuropatia) e all'apparato circolatorio. In alcuni casi si tratta di malattie tipiche del diabete, in altri di malattie o condizioni alle quali sono soggetti anche i non diabetici (es. problemi cardiovascolari, obesità). Gli studi più recenti confermano che il rischio di complicanze si riduce fortemente mantenendo stabili i valori di glucosio nel sangue.
Diabete tipo 1: condizione cronica in cui il pancreas produce poca o non produce affatto insulina in quanto le cellule Beta del pancreas sono state distrutte tramite un processo immunologico errato (autoimmune). L'organismo non è così in grado di usare il glucosio (zucchero del sangue) per produrre energia. I sintomi del diabete tipo 1 generalmente appaiono purtroppo quando la distruzione delle cellule beta è ormai praticamente conclusa. I sintomi sono: aumento della frequenza e della quantità di urina, diminuizione di peso, fame, sete. Per controllare il diabete con successo, il paziente deve praticare giornalmente diverse iniezioni di insulina, seguire una dieta, e fare il più possibile esercizio fisico. Deve inoltre controllare frequentemente i livelli della glicemia nel sangue. Solitamente l'esordio della malattia avviene durante l'infanzia e raramente dopo i 40 anni. Per questo è conosciuto anche come "diabete giovanile".
Diabete tipo 2 : la forma più comune di diabete mellito; si stima che circa il 90-95% delle persone affette da diabete contraggano quello di tipo 2. A differenza di quello insulino-dipendente, in cui il pancreas non produce insulina, le persone con diabete mellito non-insulino dipendente, sono in grado di produrre insulina. Tuttavia, il loro organismo non ne produce una quantità sufficiente o le loro cellule mostrano una certa resistenza all'azione dell'insulina. Le persone con diabete mellito non-insulino dipendente spesso riescono a controllare la loro condizione semplicemente perdendo peso tramite una dieta adeguata ed esercizio fisico. Se invece questo non basta, devono ricorrere a farmaci ipoglicemizzanti orali combinati alla dieta e all'esercizio fisico. In alcuni casi si rende anche necessaria la somministrazione di insulina dall'esterno. Generalmente il diabete mellito non-insulino dipendente colpisce individui di età superiore ai 40 anni e viene chiamato "diabete dell'adulto. La maggior parte di essi sono sovrappeso.
OGTT (Test di tolleranza al glucosio orale): curva da carico orale di glucosio. Permette di accertare la presenza o la predisposizione al diabete. Viene effettuato ambulatoriamente tramite un prelievo di sangue a digiuno e, successivamente, dopo l'assunzione di una soluzione liquida di glucosio, ulteriori prelievi a tempi fissi. Di ogni campione di sangue si calcola la concentrazione dello zucchero (Glicemia). La curva risultante ci dice come la persona risponde al carico di glucosio.
Automonitoraggio: misurazione della concentrazione del glucosio nel sangue, effettuata dal paziente a casa, su sangue capillare. L'automonitoraggio avviene, infatti, pungendo il polpastrello delle dita (verso i bordi ci sono meno terminazioni nervose e la puntura fa meno male) per far uscire una piccola goccia di sangue. Questa viene messa a contatto con la parte attiva di una 'striscia' ed il glucosio presente nel sangue dà inizio ad una reazione chimica che viene letta e tradotta da uno strumento, il ' glucometro'.
Glucometro: detto anche “lettore della glicemia”, o “reflettometro”, è uno strumento che consente di misurare il livello di glucosio nel sangue attraverso l’utilizzo di una striscia sulla quale va apposta o che deve aspirare per capillarità una piccola goccia di sangue capillare. L’apparecchio misura la quantità di glucosio presente valutando la variazione di colore creata da una reazione chimica innescata dal glucosio sulla striscia (si parla allora di reflettometro), o misurando la variazione di corrente elettrica provocata dal glucosio (con la tecnologia potenziometrica).

i nostri valori

10 valori fondamentali hanno segnato il cammino del nostro Gruppo.

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